Sport, Porno e Alta cucina

Atteniamoci al chitone teso sul tuo corpo severo. Corresti vincitore ai giochi pitici del V secolo avanti Cristo. Auriga mio Auriga. Scalpitio di cavalli, stridore di carri, sudore e urina mista a zaffate di sterco, incenso e olii aromatici. Polizelo Dinomene tiranno di Gela ca’ donasti al Tempio gli occhi smaltati proiettati sull’eterno, accussì superasti spazio e tempo nell’unicità dell’assoluto. Inconsapevole della frana che conservò per i posteri quel corpo bronzeo longilineo e ipnotico, Auriga riemerse a Delfi 2500 anni dopo.

Auriga di Delfi - Wikipedia

Corpo severo e rigoroso hai tracciato la linea di demarcazione che dalla sacralità della corsa dei carri di agone in agone si è trasformata in performance olimpionica della contemporaneità basata sul superare ogni limite pregresso. Erano ancora lontani i tempi a venire in cui alla sacralità dei giochi pitici si sarebbe sostituita la parola britannica sport.

Auriga di Delfi – Museo virtuale: Kouroi e korai

Come alla parola pornè si sarebbe sostituita quella dell’Hub del pornweb e alla gastronomia di Archestrato di Gela l’alta cucina performativa televisiva di Masterchef. Sport, PornHub e Masterchef. Agonismo corporeo, agonismo sessuale e agonismo papillare gastrico,  tre dei principali pilastri dell’umanità porno-visiva.

In questo Venti-ventuno, secondo di pandemia Cov-Sars2, vennero alla ribalta con imperio inaspettato i corpi sani e prorompenti degli atleti maschi e femmine. Turgidi corpi da sponsor vestiti a seconda dell’investimento milionario. Dal piede al polpaccio, dalla coscia alla vita, dal pube al ventre, dai pettorali capezzoluti alle spalle tatuate. Volti maschi di giovani barbati o meno. Code femminili di cavallo e cosce lunghe. Maschi/Femmine/LGBT.

Corri, agita il bacino, suda e butta dentro la sfera spermatozoo nella rete-utero con il turgido membro. Tanti tentativi per un unico spermatozoo che penetra per finire irretito nelle fertili maglie uterine gestatorie di trofei, poi l’orgasmo nell’abbraccio omosessuale, tutti uno sopra l’altro a gridare e a dimenarsi accanto alla porta\metavagina. Nel football i sessi sono separati per quella diversità corporea impenetrabile che s’impone alle categorie specialistiche delle gare non sessuali. Vietato mescolare i fluidi della competizione sportiva tra corpi di donna e corpi di uomo.

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Mai vedremo una squadra di 11 calciatrici affrontare 11 calciatori, mai uno slam tra una procace tennista e il suo alter ego maschio, tra Camilla Giorgi e Matteo Berrettini. Tirarsi palle, ovuli e spermatozoi di qua e di là dalla rete finché non rimbalzano e assegnano il set.

Mai vedremo l’11 a 11 e l’1 a 1 nelle competizioni olimpiche, eppure tra le colonne portanti della società competitiva contemporanea, che fa soccombere per eccesso di stress da prestazione, c’è una florida industria del corpo, della sua apparenza e cosmesi che punta vieppiù all’apice, al raggiungimento dell’acme, all’acclamazione mediatica orgasmatica.

Corpi vieppiù perfetti e allenati da competizione sportiva si contendono la scena mondiale con i corpi nudi allenati all’orgasmo nell’universo specialistico, algoritmico e settoriale del pornoweb. Ogni specialità ha il suo pubblico, nell’uno e nell’altro campo, per mescolarsi infine alla luce del sole. Ogni performance ha la sua registrazione rivedibile. I corpi agonistici eccitano le fantasie emulative dei corridori urbani del fine settimana, dalle piste degli stadi ai tapis roulant dei centri sportivi, nei sollevamenti peso al lancio del disco, negli ingrossa pettorali meccanici si cela il desiderio dell’apparire sani e prestanti. Attillati, stretti nelle loro tute, con i deretani seduti sui sellini lungo le strade statali, le braccia pagaiano nei laghi e nei fiumi. Il corpo s’inebria di adrenalina, le endorfine circolano nell’acme orgasmico dell’allenamento.

Nell’incontro in cui si sfregano i sessi la competizione è altresì quantitativa, bombastica, la performance acustica, il lessico del pornoweb ammicca ad una sacralità religiosa, all’invocazione divina. L’eiaculazione maschile e femminile liberano fluidi vitali attraverso orifizi portati alla dilatazione nell’eccitazione. Un fiotto di sperma e un ansimo sul campo centrale, un unico grido verso il cielo dal divano, dal letto a due piazze all’erba o alla terra battuta. Un pubblico per l’uno e per l’altro campo in attesa di poter fare la hola all’unisono.

C’è poi un momento in cui tutta questa liberazione di fisicità s’infrange e decade non tanto per il post coitum. Il corpo inaspettatamente s’infortuna sul campo, si ammala, la mente cede difronte al decadimento della perfezione visiva acclamata da tutti. Atleti e pornostar di vent’anni escono di scena a trentacinque. Corpi non più all’altezza del compito perseguito nelle tante competizioni vengono sostituiti da quelli più giovani, pronti a superare il limite delle nuove mete. Il mercato degli sponsor per le nuove divinità, le nuove firme globali sotto i riflettori, pornaistars etero, omo, bisex, trans pronte a farsi penetrare in webvision da telecamere sempre più endoscopiche.

S’infrange tutta quella competizione d’un tratto contro lo spettro della morte. Spingere il proprio corpo al superamento del record, spingerlo oltre l’impotenza sessuale, spingerlo oltre la morte.

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E’ in questo orizzonte che il porno food fa la sua ascesa nell’accrescimento della Società dell’apparire. Il cibo depotenziato nell’olfatto e nel gusto, traslato in immagine, come il sesso e lo sport, illude lo spettatore di mostrare i suoi arcani segreti. Tutorial social-pubblicitari e democratici per piatti tre stelle Michelin, vini a fiumi, tutti potenzialmente sommelier, tutti potenziali cuochi in fila davanti ai vessatori cuochi giudici. Tutto talent o niente talent.

L’alta cucina svilisce il pranzo e la cena di tutti i giorni. Il Pornweb umilia le fragilità del sesso tra corpi normali. Lo sport agonistico mistifica il movimento necessario e compensativo della vita sedentaria. O troppo o troppo poco. O il tutto o il nulla. Non vi sono mezze misure.

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